Ma chi era la bella? Già dalla negativa si intravede che è una bella donna. Anche in guerra, soprattutto in guerra ci vogliono belle donne per dar coraggio, per sognare i baci, gli abbracci del ritorno a casa.
Mi pare giusta la scelta della macchina per questa fotografia, non ci sono dubbi quella stereoscopica. AB sapeva quel che voleva. Sapeva che quando avrebbe inserito la doppia immagine nel visore avrebbe ottenuto un risultato a tre dimensioni, promettente di tanto caloroso affetto.
Anche in questo caso non so chi sia. Considerando l’acconciatura, il vestito e soprattutto la collana di perle doveva essere una signorina o signora di buona famiglia, ma che fosse la fidanzata, o addirittura la moglie di AB? Lei sembra soddisfatta, sicura di se, è di certo a suo agio col fotografo. Vuol lasciare nella foto il meglio di se, spera che lui terrà cara questa foto e quando lontano, al fronte, continuerà ad ammirarla e desiderarla. Lei, triste nel suo letto freddo e vuoto, penserà a lui che ogni sera prima di dormire darà un bacio alla sua immagine.
La strada sembra quella d’un paese di campagna. Nella foto c’è un porta con disegnati sopra dei simboli che sembrano religiosi, forse c’era una cappella improvvisata. Sopra la testa della ragazza, attaccata al muro, c’è una gabbia, sembra una di quelle che i cacciatori usano per tenerci gli uccelli da chiamo.
E per finire, il suo nome? Il primo che mi viene in mente, senza nessuna plausibile ragione, ma possibile: Evelina, si pare proprio un’Evelina.